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L’ICANN apre ai Top Level Domain aziendali. Il tramonto del .COM?

E’, forse, uno dei cambiamenti epocali di Internet, uno di quelli che resteranno nella storia passata e ne condizioneranno – o ne faranno – la storia futura. Ben più del tanto decantato – e pressochè inesistente – vaporware del web 2.0.

Erano, infatti, ben 26 anni che un cambiamento – che somiglia più ad un vero e proprio sconvolgimento – come quello relativo ai nomi a dominio aziendali non avveniva nella Rete ad opera dell’ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers), l’organismo internazionale no-profit con sede a Singapore, che gestisce creazione ed assegnazione dei nomi a dominio.

Con questa innovazione – se confermata – le aziende potranno richiedere che nel nome a dominio ad esse assegnate, sia incluso al primo livello, un brand aziendale. Potremmo presto contare su un “sito.EuroStep” o su un “blog.CiroIodice” e così via, in luogo dei tradizionali (ed un po’ inespressivi .net, .com, .org).

Un’innovazione dettata in parte dall’esigenza di disporre di nuovi nomi a dominio, visto l’enorme aumento di nuovi domini registrati ogni anno ma – forse – anche per accrescere la capacità comunicativa e commerciale del proprio dominio internet.

Da ICANN fanno sapere che l’idea è nata dalla volontà di aprire il Naming System (la nomenclatura) all’immaginazione umana, lasciando a persone, gruppi ed aziende la scelta arbitraria del prprio naming in ogni lingua possibile.

Le richieste per i nuovi Top Level Domain Names (le estensioni di primo livello ) potranno essere sottoposte all’ICANN dal 12 gennaio al 12 aprile 2012 e saranno – con tutta probabilità – multinazionali e grandi aziende che otterrebbero così un unico marchio mondiale, in accordo con la già acquisita “brand awareness”.

Una decisione che stride solo con gli addetti ai lavori dell’amministrazione di Barack Obama, i quali, poco più di un mese fa, avevano proposto all’ICANN di permettere agli USA e ad altri stati di porre il veto su eventuali richieste scomode. Una richiesta che, però, è stata bocciata.

 

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